Un’icona di stile, ma è banale affermarlo. Una donna meravigliosa e questo è palese. Un’artista coraggiosa nella sua dolcezza e questo forse non molti lo sanno.
La vita di Edda Kathleen Van Heemstra Hepburn-Ruston, meglio conosciuta come Audrey Hepburn, è stata, come ricorda il figlio Sean in una delle biografie dedicate alla madre “un film diviso in tre parti: la carriera di attrice, il ruolo di madre e la devozione per la causa dell’UNICEF”. Audrey nasce il 4 maggio 1929 a Bruxelles, figlia di un banchiere e di una baronessa inglese, cresce in una famiglia agiata ma non per questo vive un’ infanzia spensierata e felice. I genitori si separano presto, l’armonia è rotta e la baronessa decide che vivere in Olanda possa essere la soluzione ideale. Soluzione che di lì a poco si mostrerà come “parziale” però: inizia la seconda guerra mondiale. E’ il 1940 quando, a causa dell’invasione nazista dell’Olanda, tutto il patrimonio della famiglia viene confiscato e Audrey conosce così la fame e la sofferenza.
L’attrice ricordava spesso e con tristezza il periodo della guerra: le truppe tedesche erano entrate nella città di Arnhem, in Olanda, ed i suoi fratelli maggiori erano costretti a mangiare i biscotti che si danno ai cani, non c’era niente altro di cui cibarsi, il pane era verde, perché fatto con farina di piselli, la fame e la miseria mietevano vittime ovunque. Audrey però ha carattere e cerca di sfuggire -a suo modo- alla drammatica situazione: si rifugia tutto il giorno nella sua camera spoglia e fredda, rimane a letto e si muove il minimo indispensabile. Legge, legge tutto il giorno, riempie la testa di nozioni per sfuggire alla fame che le attanaglia lo stomaco. Sopravvive e appena finita la guerra, la Hepburn e sua madre, si trasferiscono a Londra. Qui comincia a studiare danza presso il Conservatorio di Musica e danza di Arnhelm. E’ bella e dotata, ha un fisico snello ed un portamento elegante, doti che la portano a posare per la prima volta come modella a 21 anni.
La prima a notarla è la scrittrice francese Colette, che la scrittura immediatamente per la sua commedia Gigi. Nel 1951 è la volta del cinema ma il vero e proprio successo arriva nel 1953, con ‘Vacanze romane’ di William Wyler. Un ruolo che sembra calzarle a pennello nonostante il suo animo delicato e gentile: interpreta una principessa un po’ capricciosa ma la sua simpatia è travolgente. E’ subito Oscar, e’ gloria, è la sua carriera che prende il volo. Se da una parte vi erano le splendide e formose attrici come Marylin Monroe o Jane Russel, dall’altra ecco comparire questa figura eterea, principesca e sempre elegante, Audrey.
Sul finire dello stesso anno è la volta di ‘Sabrina’ a Long Island, e nel 1954, ritorna fugacemente al teatro al fianco di Mel Ferrer, in Ondine. Questa volta non si parla di successo ma di amore. E’ un colpo di fulmine, è amore immediato : Mel e Audrey si sposano lo stesso anno, a Buoche in Svizzera. Quasi subito Audrey scopre di aspettare un figlio, ma non è fortunata. Subisce un aborto spontaneo che la fa cadere in una forte depressione. Non demorde e cerca di lottare, gira ancora qualche film di successo (ricordiamo Arianna”, “Colazione da Tiffany”, “My fair lady”), ma nella vita privata le cose vanno davvero male. Nel 1957 rimane di nuovo incinta ma succede la stessa cosa, aborto spontaneo di nuovo. L’anno successivo esce “Verdi dimore”, diretto da suo marito, ma si rivela un fiasco sia per critica che per il botteghino. “Storia di una monaca” uscito qualche settimana dopo, è un successo e vale ad Audrey una nomination all’Oscar, sembra che l’attrice stia risalendo lenta la china ma nel 1959, mentre lavora ad un film western con Burt Lancaster, scopre di nuovo di essere incinta. La dea bendata sembra averla abbandonata nuovamente e durante la riprese viene disarcionata da cavallo: subisce il terzo aborto. A questo punto Audrey decide che nella sua vita la priorità assoluta è avere un figlio. Rifiuta ogni impegno, decide di non recitare più e si ritira in Svizzera dove finalmente rimane incinta di nuovo e questa volta porta a termine la tanto desiderata gravidanza. Il 17 luglio 1960 nasce dunque il primogenito Sean.
La vita di Audrey ha un’impennata: un figlio e una serie di nuovi film come protagonista. “Colazione da Tiffany” e ” My fair Lady” hanno un successo planetario. Ma ecco che qualcosa non funziona di nuovo, i coniugi Ferrer cominciano a litigare sempre più spesso. La sua carriera continua ma la sua vita si complica anche a causa del suo carattere irrequieto. Nel ’65 la Hepburn inizia le riprese di “Come rubare un milione di dollari e vivere felici” accanto a Peter O’Toole; l’anno successivo gira ‘Due per la strada’, con Albert Finney, nel quale Audrey offre forse la sua migliore interpretazione di sempre. Venne poi “Gli occhi della notte” prodotto proprio dal marito ma il rapporto coniugale è ormai irreversibilmente naufragato e nel 1968 i Ferrer divorziano. Nel 1969 si sposa nuovamente con Andrea Dotti, uno psichiatra dieci anni più giovane da cui avrà un secondo figlio, Luca, nel 1970. Fino al 1976 le cose marciano regolari, l’attrice è felice e si prende cura dei figli, si coccola nella sua nuova casa romana dove convive con il secondo marito. Ma ecco di nuovo i problemi, i dubbi e le traversie, le bizze caratteriali anche. Le viene imputato un Flirt con Ben Gazzara con cui lavora nel film “… e tutti risero” di Peter Bogdanovich, il matrimonio s’incrina. Nel 1981 inizia una relazione con Robert Wolders, olandese e da poco vedovo. La relazione con Dotti è così realmente finita e nel 1983 arriva il divorzio: comincia così la terza parte della vita della Hepburn, quella forse più serena e stabile. Nel 1988 Audrey diventa ambasciatore speciale per l’UNICEF e si ritira definitivamnete dalle scene. Questo ruolo – diceva – era quello di cui andava più orgogliosa.
A partire da quell’anno Audrey Hepburn si dedica notte e giorno alla sua missione, lavora per migliorare le condizioni dei bambini bisognosi e delle loro famiglie, nei paesi del terzo mondo. Si reca in Vietnam, viaggia in India, vive in Africa, sempre accompagnata e sostenuta dal compagno Robert. Nel 1989 fece una brevissima, ultima, apparizione nel ruolo di Hap, un angelo, nel film “Always” di Steven Spielberg. Al ritorno da un viaggio in Somalia come ambasciatrice dell’UNICEF le venne diagnosticato un cancro al colon. Si ricovera in una delle migliori cliniche di Los Angeles , ma purtroppo il male che la minacciava non fu domato ed il 20 gennaio 1993 Audrey Hepburn morì, a soli 62 anni.
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